Focus On Regionale: Agora' Volley Mestre - Volley Team Club Dessart 3-2

 

Focus On: Agorà Volley Mestre - Volley Team Club Dessart 3-2

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Under19 Maschile Regionale: semifinale.

Agorà Volley Mestre - Volley Team Club Dessart 3-2 (23-25; 15-25; 25-20; 25-19; 15-9).

Agorà Volley Mestre - Volley Team Club Dessart non era soltanto la prima semifinale del campionato regionale Maschile Under19; era, anche, derby veneziano tra due scuole di pallavolo per decidere chi porre sull'ideale trono provinciale; era sfida nella sfida tra due allenatori tra i più rappresentativi dell'attuale realtà pallavolistica lagunare; era rivincita della gara giocata a metà febbraio a Parona nella fase dei gironi eliminatori e vinta 3-0 dall'Agorà; ed era, soprattutto, match che metteva in palio il primo biglietto per la finalissima del 17 marzo, da giocare in terra rodigina al cospetto della vincente dell'altra semifinale tra Pallavolo Padova e Volley Treviso. Lo staccano i ragazzi di Alfio Ribon, nel modo più dolce o crudele possibile, a seconda del punto di vista; perché il VTC va avanti di due set ma perde la catena al momento dell'ultima salita prima della vetta, vedendosi raggiungere e superare da un'Agorà che ha avuto il merito di non arrendersi mai. Nemmeno dopo due set negativi ma dall'andamento diverso: nel primo l'equilibrio è totale per tutto il suo sviluppo, tanto che di break significativi non ce ne sono. C'è, invece, tensione: quella che il Volley Team riesce a gestire meglio nel contrattacco portando a casa un 23-25 che lascerà strascichi anche al ritorno in campo: l'Agorà perde la bussola e la riprende solo sul 9-21 nonostante la rotazione di 11/12esimi, trovando un severo -10 come passivo nella maturazione dello 0-2, ma anche i primi segnali di ripresa. Già, perché nel terzo Ribon mette nuovamente mano alla panchina pescando il jolly del doppio cambio palleggiatori-opposti, soluzione che diventa enigma per gli ospiti, che partono sotto 5-1 non riuscendo più a ricucire lo strappo. Il 25-20 riapre i discorsi, anche perché pure il periodo numero 4 vive sulla stessa falsariga: break iniziale dei locali che si trasforma in polizza assicurativa sul tie break, diventato realtà sul 25-19. Tutto in 15 punti, e a metà del cammino il VTC cambia campo sul +2. Non basterà, perché l'Agorà trova linfa vitale al servizio, che obbliga gli avversari a palloni scontati oltre che sporchi; quelli da gestire con una pazienza che nei ragazzi di Gagliardi diventa fretta, e che trasformerà gli ultimi punti nel tappeto rosso che porta al 15-9 bianconero.

Alfio Ribon (allenatore Agorà): «Il match è stato assolutamente intenso. Abbiamo avuto un impatto con la gara decisamente difficile, perché 15 giorni prima, nella fase di qualificazione, avevamo già giocato contro il VTC vincendo 3-0; solo che appena abbiamo visto che i nostri punti di forza di quella gara, ad esempio la battuta, non erano più tali, e che insieme i loro punti deboli non lo erano più, ci siamo ritrovati spaesati. Abbiamo perso un primo set sì equilibrato nel punteggio, ma in cui dal mio punto di vista abbiamo sofferto moltissimo; il secondo, invece, l'abbiamo proprio ceduto malamente, e in quella situazione non c'erano altre chance che non fosse vincere il terzo periodo. Ecco perché sono molto contento della reazione che i miei hanno avuto. Uno scatto d'orgoglio grazie al quale siamo rientrati in partita, vincendo bene i due set successivi: mai dominando, ma dimostrando quella voglia di vincere che prima sembrava smarrita. Proprio questi sono i segni più positivi di questa sfida: psicologicamente eravamo a terra dopo i primi due parziali, ma quelli che dovevano essere i punti di riferimento della mia squadra, anche aiutati da un'età leggermente maggiore, hanno dato le risposte giuste. Dal terzo, quindi, abbiamo cominciato a fare il nostro gioco: se il muro è messo bene, la difesa lo è a propria volta; e se questa correlazione funziona, allora avrai palloni da rigiocare in contrattacco: questa è la nostra filosofia. Spero che questa gara ci insegni che ogni partita ha davvero una storia a sé: siamo entrati in campo pensando ad una sfida giocata due settimane prima e l'abbiamo approcciata male, andando in difficoltà non appena le cose non coincidevano con ciò che ci aspettavamo».

Francesco Gagliardi (allenatore VTC): «Penso sia stata una bella partita, sia per quello che si è vissuto dalla panchina, sia per quanto si è visto tra il pubblico. Entrambe le squadre hanno iniziato il match su un buon livello, mentre dal secondo le cose hanno iniziato a cambiare: prima loro sono calati, forse anche a causa di un primo periodo in cui avevano speso moltissimo; poi noi, che sul finire di un secondo set gestito lucidamente dopo aver preparato bene la sfida, abbiamo iniziato a concedere qualcosina di troppo. Inoltre, la forza dell'Agorà è stata nella panchina: appena prendevamo le misure, arrivava una sostituzione a metterci in difficoltà. In particolare, grandi cose ha fatto il loro allenatore con il doppio cambio palleggiatore-opposto. In più, noi abbiamo iniziato a forzare meno il servizio, con la conseguenza che il loro attacco è divenuto meno scontato. Che dire: loro hanno giocato e difeso bene, e noi non siamo stati da meno; ma forse sono stati più concreti, e hanno gestito fino alla fine ogni pallone. Chiaramente, usciamo dispiaciuti perché volevamo difendere il titolo vinto l'anno scorso; ci abbiamo provato e niente, ora lavoriamo ancora per continuare a costruire per il futuro: in campo, infatti, avevamo una formazione giovanissima, con un solo '94, due del '96 e tutti gli altri '95, per cui siamo comunque soddisfatti di dove siamo arrivati. Sono felice di aver visto, sia in semifinale che nei quarti, un gruppo che ha espresso un buon gioco con discreta sicurezza; magari contro l'Agorà avrei voluto più coraggio in alcuni fondamentali e in determinati frangenti: ma si sa, la giovane età spesso ti porta a pensare più all'errore che non alla riuscita».

 

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Eros De Barba

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